Fin da quando siamo piccoli, ci insegnano a puntare in alto. A inseguire grandi obiettivi. Ottenere la promozione importante, guadagnare più soldi possibile, comprare la casa più bella, fare le vacanze da sogno e comprare l’auto sportiva che tutti vorrebbero guidare. Sembra proprio la giusta ricetta per una vita di successo.
Ma ci siamo mai soffermati a pensare a cosa succederebbe se si dovessero raggiungere questi traguardi tanto ambiti?
Se non lo sai, te lo dico io. Succede una cosa strana: questi traguardi cambiano. O meglio, diventano più grandi. Molto più grandi, fino a diventare irraggiungibili.
Una volta ottenuta quella promozione, dopo pochi mesi si inizia già a desiderare il livello successivo o dovrei dire anche l’aumento di stipendio successivo. E non finisce qui! Anche perché scatta quello che io chiamo effetto Diderot. Si compra la casa dei sogni, e cinque anni dopo si comincia a fantasticare su una ancora più spaziosa o in una zona migliore. Si raggiunge l'obiettivo di stipendio che ci si era prefissati, in passato, per poi abituarsi in fretta, continuando ad alzare l'asticella fino all’infinito.
Iniziamo a ripeterci che sicuramente la prossima promozione, la prossima casa, il prossimo aumento... quelli sì che finalmente ci renderanno felici. E sembra pure che questo tipo di felicità dovesse durare per sempre.
Numerose persone hanno strutturato la propria esistenza attorno al conseguimento di obiettivi. Il loro successo appariva come un metodico spuntare voci da un elenco infinito di cose da dover raggiungere, dove ogni traguardo raggiunto generava immediatamente nuove aspirazioni. La soddisfazione derivante dal completamento di ciascun punto si rivelava effimera, persistendo solo per pochi giorni, talvolta alcune ore. Questa fugace sensazione di appagamento svaniva rapidamente, cedendo il posto all'inseguimento di un nuovo traguardo, sempre più ambizioso e distante, in un perpetuo rincorrere l’orizzonte infinito e irraggiungibile.
Mi ricordo che quando intrapresi gli studi serali di ragioneria, mi dissi che una volta preso il diploma, sarò felice e smetterò di studiare. Poi, dopo solo pochi giorni decisi di iscrivermi alla facoltà di Economia e mi son ripetuto la stessa “canzone”; una volta ottenuta la laurea sarò felice e smetterò di studiare. Ma dopo una settimana iniziai un’altra volta a studiare tutto ciò di cui avevo voglia, fino a quando mi sono reso conto che mi sono innamorato dello studio.
Questo fenomeno ha un nome: si chiama "tapis roulant edonistico", o "tapis roulant della felicità".
È la tendenza umana ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti positivi della vita, tornando sempre a un livello base di felicità. Pensiamo sempre che "ancora un passo...", "ancora un obiettivo...", e che questo “ancora” sarà l'ultimo, quello decisivo per la felicità duratura. Ma ci adattiamo così in fretta ai nostri successi che questi smettono presto di darci la gioia che ci aspettavamo.
È un po’ come quando si va dal tatuatore a farsi un tatuaggio e si pensa già al tatuaggio successivo: cosa fare e dove farlo.
È una dinamica che quasi tutte le persone ambiziose e determinate conoscono fin troppo bene. È quasi impossibile non ritrovarsi, prima o poi, a correre su questo tapis roulant.
Ma c'è una cosa fondamentale da capire: questo tapis roulant non ha una fine. Il traguardo è solamente un miraggio. Più ci si illude di avvicinarsi, più ci si allontana.
Vorrei farti una domanda, anzi due: “E se si provasse qualcosa di diverso? E se si decidesse consapevolmente di scendere da questa corsa continua?”
Invece di inseguire ossessivamente grandi risultati futuri, si potrebbe decidere di costruire qualcosa che si ama fare ogni singolo giorno. Un'attività, un progetto, un lavoro che dia soddisfazione nel mentre lo si fa, anche se all'inizio i risultati economici non ci sono.
Si potrebbe decidere, per esempio, di dedicarsi alla scrittura perché si ama il processo di esplorare e condividere idee, non con l'unico scopo di diventare autori di bestseller. Si potrebbe costruire una community o un progetto online perché si è entusiasti di connettersi con persone interessanti e con interessi affini ai tuoi, non per pura ossessione della crescita dei numeri o della redditività a tutti i costi.
Intraprendere un percorso creativo o lavorativo guidato dalla passione per il processo quotidiano può cambiare radicalmente la prospettiva. Quando ci si concentra sulle attività di ogni giorno, su ciò che si ama fare ora, si impara ad apprezzare e godere di ogni singola giornata. Svanisce la fretta costante di "fare di più", "ottenere di più", "arrivare prima". Si riscopre l'amore per il processo stesso, per il lavoro quotidiano.
Inoltre, le persone percepiscono quando qualcuno ama profondamente ciò che fa. Questa autenticità ispira fiducia, rende gli altri più propensi a sostenere e diffondere quel progetto.
Quindi, se c'è quell'idea, quel progetto, chiuso in un “cassetto pieno di polvere” da anni... forse è il momento di dargli una possibilità.
Non solo perché potrebbe portare a grandi risultati (che è comunque possibile!), ma perché:
Si lavorerà con più costanza e meno sforzo, semplicemente perché si amerà il "fare" quotidiano.
Si oserà prendere più rischi creativi, perché non si sarà paralizzati dall'ansia di dover raggiungere un risultato specifico e predeterminato.
Si noteranno opportunità che prima erano completamente invisibili.
È possibile divertirsi, costruire qualcosa di significativo e, finalmente, scendere dal tapis roulant della felicità che non porta mai a destinazione.
I traguardi, specialmente per le persone ambiziose, si sposteranno sempre. Fa parte della nostra natura. Forse, allora, la scelta migliore non è continuare a correre più forte, ma smettere di organizzare la propria vita esclusivamente intorno al loro raggiungimento.
Smetti di correre sul tapis roulant. Concentrati su un lavoro che abbia senso e valore per te, adesso. Fai ciò che ti appassiona e ti diverte nel profondo.
I risultati potrebbero sorprenderti, arrivando quasi come una naturale conseguenza.
Ricorda non costruire una vita con l’attesa di andare in vacanza, ma costruisci una vita in cui non vorresti mai andare in vacanza.
Un carissimo saluto
Rino
P.S.: Ti lascio un mio video in cui parlo di una storia divertente di quando andavo alle elementari: clicca qui per guardare